Al via il nono anno di vita della Rete Robocup Jr Italia

Al via il nono anno di vita della Rete Robocup Jr Italia

L’IMPORTANTE NON E’ VINCERE MA IMPARARE
Dopo otto edizioni il motto scelto nel 2008 resta valido e attuale. E quanto tutti (scuole, docenti, studenti) abbiano imparato in questi anni lo testimonia la crescita esponenziale dei partecipanti. Tanto che da due anni è allo studio, e ora si attua, la trasformazione della “Rete nazionale” in una “Rete di reti” territoriali che stanno nascendo.

Il sito nazionale continuerà a essere il canale per essere aggiornati sulle iniziative della Rete – non solo le gare ma sempre più iniziative di FORMAZIONE docenti.

Sulla FORMAZIONE la Rete ha maturato molta esperienza, e continuerà a rilasciare certificazioni professionali per i docenti che vogliono applicare la Robotica Educativa nella propria didattica.
Lo scorso anno sono state quasi 1.000 le ore di formazione in laboratorio erogate, con eloquenti tassi di soddisfazione dei corsisti.
Pertanto in questo 2016/17 chi volesse organizzare un corso potrà contare sul modello – collaudato – di formazione di cui al “Piano di formazione” della Rete.

La Summer School 2016 ha preparato nuovi Formatori nazionali, a disposizione per svolgere i corsi LRE un po’ in tutta Italia.

Il primo corso LRE 2016/17 si terrà a Foligno (IIS Orfini) il 3 e 4 novembre 2016. Prossimamente troverete su questo sito le informazioni dettagliate, anche su modalità e tempi per le iscrizioni.

Chi volesse candidarsi a organizzare una edizione locale del corso può scrivere a dirigente@robocupjr.it 

UN NUOVO APPROCCIO DIDATTICO FONDATO SULLA ROBOTICA EMOZIONALE

UN NUOVO APPROCCIO DIDATTICO FONDATO SULLA ROBOTICA EMOZIONALE

STRESA, 27 AGOSTO 2016

SUMMER SCHOOL 2016

TECNOLOGIE DIDATTICHE PER L’APPRENDIMENTOrobot_tra_i_banchi

UN NUOVO APPROCCIO DIDATTICO FONDATO SULLA ROBOTICA EMOZIONALE

Relazione del prof. Giovanni Marcianò

ABSTRACT

L’affermarsi della robotica educativa nella scuola italiana stimola i pionieri del primo decennio XXI secolo a esplorare nuovi orizzonti educativi. I saperi sempre più pluridisciplinari, le abilità sempre più multiformi, le competenze sempre più articolate e interconnesse stanno mettendo in crisi il modello classico di Cultura (anche scientifica, non solo umanistica!) e – di riflesso – il senso stesso dell’Istruzione, ormai divenuta permanente per stare al passo con l’evoluzione di tecnologie e derivate applicazioni che impattano profondamente nella società contemporanea. Il “digitale” da tecnologia diviene oggi “stile di vita”.

Il PNSD sta portando nella scuola non soltanto le dotazioni tecnologiche, ma tramite le tecnologie intende innescare lo sviluppo di stili didattici derivati dalla cultura del digitale che si stanno affermando nella società contemporanea, a partire dai giovani.  I nostri studenti.

L’autore propone di lasciarsi alle spalle la didattica orientata alle competenze. Essa è ormai una buona pratica consolidata in tante scuole, e in diffusione pervasiva nel sistema scolastico. Le proposte didattiche orientate alle competenze, anche quelle laboratoriali più innovative / inclusive di tecnologie didattiche come il LRE, sono ormai replica di esperienze fatte, documentate, collaudate.

Bisognerebbe invece avviare l’esplorazione dell’”altro lato” dell’apprendimento, quello affettivo (Piaget) che è più coinvolto nella digitalità di quanto lo sia il lato cognitivo. In tal senso gli sviluppi della “Robotica” sono letti dall’autore come un nuovo stimolo a esplorare percorsi di “apprendimento basato sull’affettività” da cui ci attendiamo il correlato apprendimento di conoscenze, abilità e competenze. Perseguendo quindi una pedagogia della felicità che consenta il superamento del millenario modello centrato sulla conoscenza, di cui la felicità era “prodotto collaterale e facoltativo”. Forse è tempo che la scuola si occupi della felicità di studenti (e docenti) fiduciosa che lo “star bene” è essenziale, primario obiettivo. Il “sapere” invece è collaterale e derivato.

Le macchine, i robot, stanno rendendo sempre meno strategica la mano d’opera, la competenza umana nel “saper fare”, mentre la società ha sempre più bisogno di pensiero, emozione, valori interiori e sociali da porre alla base dello sviluppo. Una nuova attenzione all’uomo dopo tre secoli di attenzione alle tecnologie. A “cosa è bello fare a scuola”, assieme.