Sbagliando si impara? La scuola italiano no, persevera. Il 2016 ci dirà.

Ogni persona che ha come professionalità “l’educare” le nuove generazioni, si presupporrebbe sia avvezzo a ragionare con la propria testa, osservando il mondo con occhi esperti, attenti alle valenze di crescita positiva degli alunni.

Si presupporrebbe abbia anche una innata attenzione alle novità del mondo, all’evoluzione culturale del mondo in cui siamo calati. E se il mondo viene cambiato sempre più dalle Tecnologie, si chieda – un educatore, insegnante o animatore – “come posso SFRUTTARE le nuove tecnologie per insegnare meglio?” e subito doipo “Ma quello che sto offrendo ai miei alunni, li fa crescere come persone o li schiavizza?”

Pochi ricorderanno il dibattito (anni ’70) sulla valenza positiva o nefasta della televisione sui bambini. Stesso dibattito si accese negli anni ’80 sul Computer a scuola, negli anni ’90 sulla Multimedialità, nel 2000 su Internet, ora tocca alla Robotica.

Avendo partecipato in modo attivo a quegli epocali dibattiti, penso di poter dire qualcosa su quest’ultimo fronte: la Robotica fa bene o male ai nostri alunni?

Parlo delle età più “indifese”, quelle dell’infanzia, pre-adolescenza (se ancora esiste) e adolescenza, quando cervello e intelligenza del bambino si plasmano, prendono forma, ponendo le basi (competenze) alla sua vita adulta di cittadino e lavoratore. Il problema non si pone nella scuola superiore, ovviamente, in cui alla Robotica afferiscono le discipline tecniche (ma non solo) e sempre più la Robotica diverrà il fronte di innovazione delle tradizionali tecniche e tecnologie presenti nei laboratori, nei Licei come nei Professionali.

Per visualizzare i due approcci oggi in campo nella proposta di corsi penso sia efficace questo confronto di immagini prese da proposte ai docenti per aggiornarsi sulla Robotica a scuola:due_approcci_ai_corsi_per_docenti_di_robotica_2
Non so davvero dire se i docenti e gli educatori in genere, scegliendo un corso di aggiornamento, abbiano chiara la filosofia dell’educazione sottesa alla proposta dei programmi di questi corsi. A che futuro punti chi li organizza, che visione c’è nei progettisti del corso per i giovani che poi saranno i destinatari ultimi di una cultura delle tecnologie che li può vedere, senza mezze misure, o futuri ATTORI, o futuri CONSUMATORI.

Già all’avvento della Multimedialità Mario Lodi mi diceva “Sì, ma da lì, dallo schermo, un bambino può prendere un fiore e sentirne il profumo?”  Vedeva lontano, il Maestro. Oggi porto umilmente avanti l’insegnamento che mi ha dato allora. E chiedo a voi tutti: “Ma lì, schiena  a schiena, quei bambini sentono il piacere della scoperta che la robotica può far loro provare? come quelli messi lì per terra a “giocare insieme” con i mondi della BeeBot?”.

A ognuno di voi il compito etico di riflettere sull’offerta formativa che eroghiamo in tema di tecnologie didattiche. E su cosa – da educatori – vi serva imparare per USARE la robotica nella vostra didattica. Cosa della Robotica debba entrare nella vostra “cassetta degli attrezzi” di insegnante (cfr. Piero Romei)

Buon 2016 a tutti

Giovanni Marcianò